Evidentemente
l'incontro organizzato dal Comune di Genova e dal Municipio III Bassa
Val Bisagno attraverso il presidente Ferrante e il vicesindaco e
assessore all'urbanistica Bernini, non doveva realmente essere un
percorso democratico di partecipazione della cittadinanza, visto che
ci è stato impedito di effettuare la ripresa dell'evento pubblico,
in un luogo di proprietà di tutti i cittadini. Non si spiega perché
da un lato si chieda alla cittadinanza la massima partecipazione, e
poi si impedisca a chi non ha potuto essere presente di informarsi
rivedendo l'intero evento. Il sospetto è che questi incontri non
siano che un formalismo politico per dimostrare che la cittadinanza è
stata informata, nient'altro. Ci rammarica sapere che in Italia la
democrazia sia ridotta a questi termini. Un'amministrazione
appartenente ad un partito che ha la parola “democratico” nel suo
nome, dimostra essere nei modi esattamente il suo contrario. Abbiamo
comunque partecipato a telecamera spenta all'incontro: si discuteva
del P.U.C. (piano urbanistico comunale), un argomento delicatissimo
per un distretto, quello della Bassa Val Bisagno, fortemente colpito
dalle alluvioni e penalizzato da una cementificazione selvaggia
ingiustificata dal calo demografico della nostra città. Nel
dettaglio si è discusso del piano di riqualificazione di Terralba.
Le ferrovie chiedono al Comune, in cambio della fermata della
metropolitana, di poter effettuare, nelle tre zone che vanno da
piazza Terralba a piazza Giusti, interventi urbanistici, richiedendo
presumibilmente cambi di destinazione d'uso degli spazi, e
dismettendo l'area destinata al deposito e alla manutenzione dei
convogli ferroviari che occupa 400 lavoratori tra dipendenti e
indotto, spostando il tutto a Savona. L'area interessata
dall'intervento fa parte del piano di bacino che pone limiti
costruttivi condizionati dalla risoluzione di criticità
idrogeologiche preesistenti. Ci sembra veramente surreale vedere che
ancora qualcuno sia convinto che cementificare in un'area di cosi
precario e delicato equilibrio sia ciò che i cittadini vogliono.
Lunedì 3 Giugno alle ore 17.30 presso il municipio III Bassa Val
Bisagno si svolgerà il seminario informativo "Le aree di
trasformazione in Val Bisagno. A che punto siamo?" Tradotto: vi
abbiamo fatto partecipare, adesso vi diciamo cosa stiamo facendo.
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venerdì 31 maggio 2013
giovedì 30 maggio 2013
obiettivo editoriale: colpire il mov5stelle
I titoli dei giornali di
questi giorni hanno tutti un unico obiettivo: colpire a fondo il
movimento cinque stelle. Affermare che il risultato elettorale alle
amministrative è un flop senza precedenti per il M5S e che esso
evidenzia l'incapacità di proporre un disegno politico che vada
oltre la protesta è mistificare la realtà. “E' colpa dei
dilettanti allo sbaraglio” cosi come definiti dai “giornalai”
gli esponenti del M5S. Per cominciare sarebbe cortese da parte loro
cominciarli a chiamare, non dico tanto, cittadini, rispettando chi
come il sottoscritto li ha votati. Vorrei vedere se apostrofassero
così un onorevole di qualsiasi altro schieramento cosa accadrebbe! E
poi il flop non esiste. In molti dei comuni in cui si sono svolte le
elezioni infatti prima il M5S non esisteva neppure, casomai il voto
evidenzia un dato colpevolmente omesso: al confronto con il passato
in molti comuni il movimento cinque stelle si è affermato con suoi
rappresentanti che prima non aveva. La realtà, se si leggono i dati
senza strumentalizzarli, è che viene a galla uno scenario
assolutamente inedito. Il M5S pur non avendo figure di forte
personalità in molti dei comuni in cui si è presentato è in
crescita. Si potrebbe perfino affermare che ha raggiunto i suoi
obbiettivi. Per ogni poltrona ora occupata degli esponenti del
movimento ce n'è una in meno occupata dai vecchi partiti. Esattamente
ciò che era ed è negli obiettivi del M5S “mandarli tutti a casa”.
Molti editoriali di famose testate aprono con l'analisi del voto
dichiarando fallito il progetto di Grillo e Casaleggio e che il voto
di protesta rappresentato dal M5S si sia spostato verso l'astensione
perché chi prima aveva votato M5S ora si è sentito tradito e non lo
ha rivotato, niente di più falso e fazioso, come si fa ad
affermarlo. Tradizionalmente nel nostro paese il voto alle
amministrative non rispecchia sempre lo schieramento nazionale,
perché legato maggiormente al profilo del candidato e non alla sua
appartenenza, tuttavia si è preferito approfittare della ghiotta
occasione per affondare ancora una volta il colpo “basso” e
screditare un risultato che pur non essendo della portata del
precedente è pur sempre l'affermazione di una forza politica nuova
con tendenza percentuale in crescita, altro che flop.
lunedì 27 maggio 2013
Aspettative di vita sana: dott.Valerio Gennaro
Lo studio effettuato dal
dott.Valerio Gennaro, epidemiologo, oncologo IST di Genova, si basa
sull'analisi dei dati EUROSTAT omessi dal 2003. Mentre l'aspettativa
di vita in Italia si colloca al di sopra della media europea (unico
dato diffuso pubblicamente) l'aspettativa di vita sana, cioè a che
età mediamente in Italia è insorta una patologia tale da
determinare una disabilità, ha una preoccupante flessione. Al
confronto con gli altri paesi della zona euro e incrociando i dati
con quelli forniti da ISTAT, si scopre che non sempre i paesi con il
PIL più alto come la Germania, hanno un aspettativa di vita alta.
La tendenza alla produzione del malato e al consumismo terapeutico e
diagnostico rende questa ricerca particolarmente importante. Mettere
al centro del sistema sanitario il malato e non l'industria sanitaria
o gli strumenti diagnostici e terapeutici suggerisce l'adozione di
politiche che, oltre a fare prevenzione, primario strumento di
competenza sanitaria inesistente in Italia, partano dall'analisi dei
dati per elaborare azioni mirate al miglioramento della vita sana nel
nostro paese, considerando il malato in una visione di comunità e
non con un approccio individuale.
sabato 18 maggio 2013
Funziona la sanità? Quali strumenti oggettivi sono disponibili per valutare il sistema sanitario?
Questo il tema dell'incontro del 16 maggio 2013 organizzato dal circolo arci ZENZERO di via G.Torti a Genova. Gaddo Flego direttore ASL 4 Chiavarese e Nico Gallo Agenzia regionale sanitaria della Liguria hanno discusso ed analizzato i dati di OECD ( Organisation for Economic Co-operation and Development ) comparando l'Italia agli altri stati europei e agli Stati Uniti. L'Italia contrariamente a quanto si pensi spende meno di altri paesi "...il nostro sistema sanitario tiene e non è al collasso" queste le parole di Gaddo Flego, anche se c'è ancora molto da fare, nella prevenzione, nell'efficacia terapeutica, nell'uso eccessivo di strumenti diagnostici, nell'attuazione di politiche territoriali che basino le proprie azioni sull'analisi dei dati forniti dagli indicatori di efficienza sanitaria, e non prevalentemente su parametri economici, aggiungiamo noi. La Liguria nel confronto con le altre regioni italiane demograficamente simili a noi, si colloca in una posizione intermedia. Tempi di ospedalizzazione più lunghi e migrazione del malato verso Lombardia e Piemonte sono i nostri punti deboli. Altri temi discussi nell'incontro: necessità di collegare la medicina generale alla specialistica e mancanza di personale paramedico.
giovedì 9 maggio 2013
Gli orti urbani: un altro modo per salvare il territorio
Nella vita quotidiana
della stragrande maggioranza degli italiani, indaffarati come siamo a
far quadrare i conti, non c'è posto né tempo per pensare ad un
bene fondamentale per la nostra esistenza, uno dei quattro elementi
di cui è costituito il nostro universo, la terra. E cosi la terra
diventa sfruttata, contaminata, violentata. Eppure senza di essa non
potremmo neppure esistere sulla faccia della terra, appunto. Ma cosa
possiamo fare concretamente per salvarla? Molto, anche nel nostro
piccolo. Affrontando questa tematica ci si rende però subito conto
della valenza culturale del problema: la mancanza cioè di un modello
educativo e di politiche di sviluppo che sostengano le attività
inerenti l'uso consapevole, rispettoso e funzionale alla tutela di
questo elemento cosi importante per la nostra sopravvivenza. Per
diversi lustri la nostra classe politica ha ritenuto prioritario
incentivare lo sviluppo economico legato alla grande industria,
considerando la salvaguardia del territorio un ostacolo a tale
sviluppo e non un opportunità. Gli amministratori locali, spinti da
un lato dalle richieste sempre più numerose di cittadini consapevoli
del valore e dell'importanza di restituire alla terra il suo ruolo
primario, dall'altro sollecitati delle ricadute economiche e sociali
che la crisi, seconda ormai solo a quella del dopoguerra, sta
causando, hanno pubblicato già da qualche anno ormai, bandi di
concorso per l'assegnazione di orti di proprietà comunale. Si tratta
di iniziative senz'altro lodevoli e degne di un plauso, ma riteniamo
ancora troppo isolate e non facenti parte di un piano organico e
sistemico di riqualificazione del territorio. Mentre gli assessori
all'Ambiente e ai lavori pubblici Garotta e Crimello presenziano,
fino all'esclusivo momento del loro intervento, al seminario sugli
orti urbani organizzato da terraonlus a Genova, in città i comitati
di quartiere protestano per le varie scelte che proprio il Comune
sta intraprendendo: pensiamo al terzo valico, alla gronda, al
progetto del nuovo stadio in zona Foce, all'abbattimento di ponti
secolari come ponte Carrega per far spazio a un nuovo centro
commerciale, a nuovi parcheggi in Corso Sardegna e in via amarena,
con il disboscamento di uno dei pochi boschi urbani rimasti in città,
Bosco Pelato. Tutte opere insostenibili per un territorio già di per
se fortemente compromesso da anni di cementificazione selvaggia.
Progetti che non essendo stati integrati nel PUC (piano urbanistico
comunale) creeranno anche un notevole disagio sociale sconvolgendo
gli equilibri già precari del tessuto commerciale locale e che
aumenteranno i rischi dovuti al dissesto idrogeologico perché privi
di un attenta valutazione di impatto ambientale. Problemi da troppo
tempo lasciati alla provvidenza, ma questa -non è- un altra storia. Scusate la doverosa premessa a sottolineare la necessità di attuare
politiche coerenti e non solo scenografiche. L'orto urbano può
rappresentare un piccolo passo verso la concreta salvaguardia del
territorio. Un contributo per l'affermazione di un nuovo modello
culturale, e l'affluenza al seminario è la conferma della crescente
sensibilità ai problemi ambientali, l'autosufficienza e il risparmio
sono i principali fattori incentivanti; difatti con pochi metri
quadri (50-200 a seconda del metodo di coltivazione utilizzato) si
può rispondere al fabbisogno di una famiglia di quattro persone con
un risparmio che a conti fatti si aggira intorno al 18-20%. Ma ci
sono altri aspetti, tutti positivi: l'utilizzo di spazi urbani per
la coltivazione impedisce che quel territorio venga sfruttato per
nuove speculazioni edilizie, che sia soggetto a frane. Incentivando
la produzione di prodotti biologici senza uso di diserbanti e
pesticidi, si evita la contaminazione delle falde acquifere e si
riduce l'inquinamento atmosferico, grazie alla peculiarità dell'orto
urbano di produrre a chilometri zero. Infine aspetto non
trascurabile, si può contribuire, in piccola parte forse, ad
influenzare il Mercato calmierando il rincaro dei prezzi. Nuove
tecniche agrarie recentemente importate in Europa dal Giappone poi
diffuse in Spagna ed ora anche in Italia potrebbero rivoluzionare in
breve tempo il modo di chiedere alla terra i suoi frutti,
rispettandola finalmente. La coltivazione sinergica, la permacoltura,
la fertilizzazione con il cippato di ramaglia sono solo alcuni
esempi. Genovirus vi propone il seminario in forma integrale diviso
in varie parti ed integrato da contenuti speciali. Perché riteniamo
questo tema di importanza vitale.
Scuola: tassa occulta
Si infiammano i rapporti tra le famiglie e le direzioni scolastiche per la richiesta, poco trasparente, di contributi. Gli istituti genovesi, infatti, chiedono alle famiglie degli studenti importi che variano dalle 70 euro per il liceo classico Mazzini alle 170 euro per il liceo artistico Klee e Barabino. Ma questa tassa non è imposta dal Ministero e come cita una circolare del 20 marzo 2012 simile ad una dell’aprile 2011 “…i contributi sono assolutamente volontari….le istituzioni scolastiche dovranno tenere ben distinti i contributi volontari dalle tasse scolastiche, che al contrario sono obbligatorie.” Da parte degli istituti tali contributi sono richiesti per sopperire alle mancanze di fondi statali e provinciali e, nel caso del liceo artistico, dove peraltro la richiesta è più esosa, sono ritenuti indispensabili per fornire materiali didattici agli studenti, riguarderebbero fogli da disegno, carta, creta, colori. “Chi non paga non userà la dotazione messa a disposizione della scuola dalle fotocopie per la lezione ai fogli da disegno.” tuona il preside dell’istituto Barabino presagendo una conseguenza disciplinare per coloro i quali non ottempereranno alla disposizione.
Ma è anche vero che tali materiali, a chi ha versato l’importo, non vengono ugualmente distribuiti costringendo gli studenti a provvedere a proprie spese, (risultato inverso delle formule di offerta dei supermercati paghi 2 prendi 1) ottimo sistema per combattere la crisi!
Se, come concordano i responsabili scolastici, senza un aiuto la scuola non riesce ad andare avanti, sarebbe opportuno, sensibilizzando, lasciare libero arbitrio alle famiglie di elargire un’ offerta solidale in base alle proprie possibilità senza pretendere dei contributi non dovuti.
La BCE taglia i tassi di interesse mentre le banche aumentano lo spread
La BCE per contrastare la crisi economica della zona Euro ha deciso nuovi tagli dei tassi di interesse portando a 0,50% il costo del denaro. Avete provato però a chiedere un mutuo ad una qualsiasi banca? Sempre più difficile ottenerlo ed anche una volta ottenuto Il TAEG (indice sintetico di costo) cioè quello che alla fine pagherete come interessi, ad esempio su un mutuo di 10 anni a tasso variabile si aggirerà intorno al 3%. Il taeg è composto dal tasso euribor cioè quello 0,50% della BCE e dallo spead il tasso che la propria banca decide di applicare. Prima della crisi lo spread bancario si aggirava intorno all'1% oggi si attesta al 2,50%. Il risultato è che sostanzialmente il tasso finale non cambia. Quando i tassi della BCE erano alti le banche applicavano uno spread basso, viceversa, ora che ci sarebbe bisogno di aiutare le famiglie, le banche aumentano i loro profitti. La giustificazione di questo comportamento sta nell'aumento del rischio di insolvenza dei mutui. Ma il rischio dovrebbe già essere ampiamente coperto da assicurazioni, polizze vita e ipoteche che quando si contrae un mutuo sono obbligatorie.
mercoledì 8 maggio 2013
La società della conoscenza: sostenibilità e nuovi posti di lavoro
"Jacques Delors ed io avevamo un sogno per l'Europa. Dopo 30 anni questo sogno è fallito...ma c'è una buona notizia: l'umanità è già ripartita".
Così Marc Luyckx Ghisi ex membro della cellule de prospective della Commissione Europea è intervenuto alla conferenza "la società della conoscenza: sostenibilità e nuovi posti di lavoro" tenutasi il 7 maggio 2013 a Genova. La visione di quell'Europa proposta da Delors, allora presidente di turno, metteva al centro delle politiche l'uomo, proponendo un modello di sviluppo che imponeva un cambio di paradigma. Lo studio sul futuro dell'economia europea fino al 2030-40 condotto da Marc Luyckx Ghisi e da un equipe di economisti di tutto il mondo, evidenziò che in Europa da lì a pochi anni si sarebbero persi 20 milioni di posti di lavoro. La società industriale basata sul patriarcato e sulla violenza non sarebbe stata più sostenibile. Implodendo ci avrebbe fatto entrare nell'era post-industriale e nella società della conoscenza. Su quello studio si basarono le strategie di Lisbona, ma il primo punto del trattato che enunciava il cambio di paradigma fu cancellato. Oggi ci troviamo nel bel mezzo di questo cambiamento epocale senza nemmeno accorgercene. Nessuno ci spiega cosa sta veramente accadendo eppure crisi economica, crisi della politica e crisi della religione sono sotto gli occhi di tutti. La società della conoscenza si baserà sullo scambio win win delle informazioni: le vecchie strutture piramidali delle aziende verranno abbandonate lasciando posto a modelli di sviluppo in rete. Il valore di un azienda non dipenderà più dal suo capitale ma dal valore umano della conoscenza che sviluppa (sta già accadendo con facebook). Il nostro capitale dunque sarà la conoscenza; più saremo in grado di sviluppare le nostre competenze e la nostra creatività mettendola in rete, maggiori saranno le nostre quotazioni. Cultural creative (creatori di cultura), open source, sono espressioni tangibili di questa trasformazione. L'Italia, antesignana storica dei cambiamenti epocali è ancora una volta all'avanguardia, nonostante si è propensi a pensare il contrario. Un esempio su tutti è rappresentato dalla crisi della politica che porterà allo sviluppo di un nuovo modello democratico non più rappresentativo e piramidale piuttosto fondato sulla cittadinanza attiva e sulla democrazia diretta. Quando succederà saremo i primi.
Un ringraziamento per il grande successo e la grande qualità culturale dell'evento no profit va rivolto a Prof. Francesco Villano per l'introduzione ed ai creatori di cultura, Gabriele Fiannacca, Daniele Canepa, Michele Giuseppone che promettono nuovi entusiasmanti appuntamenti e naturalmente grazie al Prof. Marc Luyckx Ghisi.
mercoledì 1 maggio 2013
Italia: Nazione di lavoratori
Articolo 1 della costituzione
“L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”
Forse questo articolo valeva per i padri costituenti della nostra Nazione, non per noi.
O forse ci si riferiva a quei lavoratori che in passato grazie alle tessere di partito hanno occupato i posti di lavoro pubblici.
Oggi l'Italia, quella delle persone senza santi in paradiso si fonda sulla disoccupazione. Anni di politiche del lavoro che invece di sgravare le aziende dalla tassazione sull'impiego hanno contribuito ad aggravare la già difficile situazione, con costi della mano d'opera fuori mercato. Le varie legislature hanno partorito, tutte senza distinzioni, leggi sul lavoro vergognose ed ignobili: contratti Pro-co-co, ro-co-co, e co co dè hanno generato lavoro interinale indiscriminatamente, anche quando di posti fissi ce ne sarebbero stati. All'interno di una qualsiasi azienda italiana oggi convivono dipendenti di serie A, B e C con interinali assunti da società che hanno sostituito gli uffici di collocamento e che intascano commissioni sui lavoratori e liberi professionisti (precari con partita i.v.a.) che vengono letteralmente considerati carne da macello dagli stessi colleghi assunti. Si è riusciti a creare una contrapposizione di classe anche all'interno della classe stessa. Neanche i sindacati sarebbero riusciti a fare meglio di così. Poi c'è il miraggio della pensione con enti che non rispondono alle richieste di estratto conto dei lavoratori prossimi alla pensione compiendo un illecito amministrativo e con gli esodati, frutto dell'ennesima follia legislativa italiana. Un pensiero infine va rivolto ai cassa integrati in deroga (quelli più sfigati) di tutte quelle aziende medio piccole che non appartenendo alla grande industria non hanno la forza ricattatoria per ottenere la copertura statale e l'assistenzialismo al quale siamo stati abituati in questi decenni. Tutti però festeggeranno il 1°maggio felici di essere nati in una Nazione che il lavoro lo tutela per costituzione.
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