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sabato 21 settembre 2013

Bolletta acqua: A.T.O. approva il rimborso in acconto di parte dei profitti

        19.09.2013  Si è tenuta a Genova l'assemblea A.T.O. alla quale hanno partecipato sindaci, rappresentanti   ed   assessori dei 67 comuni  dell'Ambito  Territoriale   Ottimale della  Provincia  di  Genova.  I comitati per la ripubblicizzazione  dell'acqua  sono  stati ammessi  in  sala  ed  hanno potuto riaffermare il diritto  dei cittadini di detrarre la parte di bolletta che quantifica i profitti dei gestori. Dopo alcuni momenti di tensione l'assemblea si è svolta regolarmente. La votazione ha approvato il rimborso,  in  acconto,  di  parte dei profitti per il periodo di gestione 21 luglio - 31 dicembre 2011. Parziale  soddisfazione  è  stata  espressa  dai  comitati   che  però  si  riservano    un   ulteriore approfondimento sul tema che riguarda alcune voci in bilancio, ritenute dagli stessi, costi non tariffabili.  

Privatizzazioni? Ora basta!

                 E’ ormai chiara l’intenzione del Comune di Genova di privatizzare la raccolta dei rifiuti (AMIU), i trasporti pubblici (AMT), l’azienda delle manutenzioni e del verde pubblico (ASTER), i bagni e le farmacie comunali
Le conseguenze sono note a tutti: i privati cercano il profitto.
Perciò si avranno:
aumento dei costi per i cittadini
servizi peggiori
più disoccupazione e lavori precari
è 20 anni che succede, succederà ancora se non li fermiamo....

lunedì 16 settembre 2013

Acqua pubblica: cosa decideranno i sindaci della A.T.O. della provincia di Genova?

     Questo giovedì 19 settembre i sindaci della provincia di Genova decideranno se restituire o meno ai cittadini la quota di "remunerazione del capitale investito" (22% della bolletta) eliminata dal referendum sull'acqua pubblica del 2011 ma che purtroppo ancora stiamo pagando. Temiamo che ancora una volta, come succede da due anni a questa parte, i nostri amministratori decideranno di rinviare la questione oppure -peggio ancora- di riconoscere solo un piccolissimo contentino di nemmeno un decimo della somma dovuta per liquidare la questione (e noi con essa).

Ma questa volta non è come le altre: questa volta vogliamo vedere da vicino cosa decideranno. Forti della recente sentenza che ha riconosciuto ad Elisabetta, una cittadina che ha fatto causa contro il suo gestore, il rimborso pieno della quota di remunerazione (22% della bolletta), faremo un presidio davanti alla sede dell'assemblea e un gruppo di noi entrerà anche in sala con i giornalisti in modo da vedere da vicino cosa i nostri sindaci combinano.

Se li lasceremo fare da soli perderemo l'occasione di farci riconoscere un rimborso che ad oggi ammonta a quasi 200 euro per un'utenza media ma soprattutto di affermare che non deve esistere profitto sulla gestione dell'acqua e che l'esito di un referendum popolare va rispettato.
Vogliamo invece osservare da vicino l'assemblea dei nostri sindaci e chiedere a gran voce il rimborso dell'intera somma e il rispetto del referendum.

Presidio (Glass Action) giovedì 19 settembre dalle ore 8.30 in Largo Cattanei 3, Genova Quarto.  
Non mancare (se possibile porta con te un bicchiere, simbolo della trasparenza nella gestione dell'acqua)...
...e diffondi la voce!!!!                                                                                                                                                                                            PARTECIPA AL PRESIDIO

domenica 15 settembre 2013

Cittadini in Parlamento: musica per le nostre orecchie

        Questo il remix pubblicato da RDS dopo l'intevento alla Camera del cittadino Di Battista. CHE MUSICA RAGAZZI!

mercoledì 4 settembre 2013

Festa di comitati al parco dell'Acquasola di Genova

  
        La festa del Parco dell'Acquasola è stata l'occasione per far incontrare i cittadini attivi genovesi ed incuriosire la cittadinanza tutta, su temi che sembrano scontati.         Beni pubblici, risorse naturali, salvaguardia del territorio, sono tutti argomenti che oggi richiedono grande  attenzione civica. La consapevolezza che i beni pubblici sono nostri, non è un usanza praticata in Italia. Quanti di noi si dimenticano questa banale affermazione? E' necessario promuovere la formazione di un nuovo modello culturale che  metta  la  condivisione ed  il  rispetto per tutto ciò che è pubblico al primo posto, ricacciando in ultima posizione gli interessi del singolo e la speculazione del privato ai danni dei beni comuni.

Lo scolmatore del Ferreggiano contro la legge dei vasi comunicanti


I lavori per lo scolmatore del Ferreggiano ripartono. Dopo circa vent'anni di abbandono, si riapre il cantiere che permetterà il deflusso delle acque attraverso un percorso alternativo, per sfociare in corso Italia all'altezza dei San Giuliano. Il progetto è stato approvato il 29 Agosto 2013 nella sede del Municipio III Bassa Val Bisagno, in Piazza Manzoni, alla presenza del Sindaco Doria e dell'assessore ai lavori pubblici Crivello, nonostante i voti contrari di M5S e Rifondazione comunista. Un'opera chiesta a gran voce dai cittadini della Val Bisagno, che da mezzo secolo ormai vivono i disagi dovuti al dissesto idrogeologico e che ne hanno subito le gravi conseguenze con  le  vittime e i danni che le varie alluvioni hanno causato nel corso degli anni. Non mancano i dubbi sull'utilità di quest'opera che potrebbe non solo essere inconcludente per la soluzione del problema, ma addirittura dannosa per una serie di ragioni che cercheremo di spiegare.


     Diciamo che si potrebbe partire da un semplice concetto che viene insegnato nei banchi di scuola: la legge dei vasi comunicanti. L'acqua non ha una forma propria, ma assume la forma del recipiente che la contiene. Per questo motivo, se si versa un liquido in vasi tra loro comunicanti esso si dispone allo stesso livello in ognuno dei contenitori. 


      Una semplice legge fisica che però sembra non sia applicabile nella Val Bisagno. L'incapacità del Comune di Genova di esprimere, attraverso le proprie politiche amministrative, una visione sistemica del territorio urbano, è capace invece di stravolgere i principi fondamentali della fisica.   Esempio: se si realizza uno scolmatore, probabilmente, volumi d'acqua verranno deviati, e fin qui tutto ok. Ma se poi si permettono opere, all'interno dello stesso bacino fluviale, che prevedono la realizzazione di volumi, l'acqua, trovando meno spazio per defluire, allagherà nuove aree, espandendo la zona considerata alluvionabile. E' come dire: la tolgo di qua, e la rimetto di là.  Semplice no, lo capisce anche un bambino.  Affrontare il problema seriamente vuol dire innanzitutto azzerare le cause che generano le criticità idrogeologiche. E' il caso del distretto di trasformazione di Terralba, previsto nel nuovo piano urbanistico della città. Evitare la costruzione e il disboscamento di aree urbane, siano esse pubbliche o private, come nel caso dei parcheggio di Bosco Pelato. DISapprovare il progetto di abbattimento di Ponte Carrega, l'innalzamento degli argini del Bisagno e la costruzione a monte di centri commerciali ed aree a volume. Impedire il consumo di suolo, rinunciare agli introiti provenienti dal pagamento degli oneri urbanistici, fermare l'iter di approvazione dei progetti impattanti, sono tutti atti dolorosi ma necessari. Lega Ambiente è contraria al progetto dello scolmatore, per le ragioni sopra elencate e per altre elementari valutazioni: la pericolosità di un percorso sotterraneo che passerà sotto i vari quartieri da Largo Merlo al mare, l'impatto sulle correnti e l'effetto dei processi erosivi sull'area da Capo Marina a San Giuliano, le dispendiose difficoltà costruttive e manutentive che un'opera come questa comporteranno, ed il pericolo che il suo abbandono potrebbe creare. Il parere sfavorevole all'opera espresso dall'opposizione del M5S e da Rifondazione Comunista sono legati a queste considerazioni e alla necessità di conoscere il preciso computo dei costi totali dell'opera prima della sua approvazione e non del solo preventivo del primo lotto, fornendo cifre riferite al 2008 e non attualizzate, come invece è accaduto.  L'indebitamento del Comune per quest'opera poi non fa presagire nulla di buono, visto come sono andate le cose in passato. La necessità di agire a monte del problema, effettuando la manutenzione degli alvei e riqualificando il territorio urbano, eliminando volumi pericolosi ed espandendo il bacino naturale dei rii e dei fiumi è la soluzione che il buon senso imporrebbe. Ma per il buon senso, si sa, non c'è mai posto, anche quando a suggerirlo sono le leggi della fisica.  
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