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domenica 27 aprile 2014

Fabio Romano attivista del M5S ci spiega cos'è oggi l'Europa.
per le vostre mail: genovirus.live@libero.it


sabato 26 aprile 2014

25 Aprile 2014: la libertà è un'esclusiva della casta

La grande occasione e' stata la consueta passerella di politici che ha sfilato in questo giorno di commemorazione della liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Tutti o quasi, come sempre, si sono ritrovati per ricordare i valori, la resistenza, la liberazione. Si è data voce a chi ancora in vita ha raccontato di quei giorni drammatici vissuti in prima persona. Al loro fianco con stile alla Paolini, il noto presenzialista, cavallo pazzo che spesso si posiziona alle spalle di inviati e giornalisti in stand up, c'erano loro, impettiti e in pompa magna. Con i loro vestiti firmati, comprati con i nostri soldi, scesi dalle loro auto blu, comprate con i nostri soldi e poi rivendute su ebay, per dimostrare che la casta risparmia (5 auto blu per ogni ministero). Loro che puntualmente hanno tradito quei valori di libertà, con interessi personali, difesa delle lobby, delle banche, delle pensioni e degli affitti d'oro, a scapito di noi cittadini, quelli senza santi ne eroi. Occasioni cosi si ripetono solo una volta all'anno e danno l'opportunità al politico di professione di rifarsi gratuitamente un lifting politico rigenerante. Se presenzi a questi momenti nazionali, allora sei dalla parte dei Pertini, di quelli che l'Italia l'hanno amata davvero e non solo il 25 Aprile per scopi personali. 
Il mio 25 aprile è stato molto diverso. A ricordare di quei giorni in cui l'Italia veniva liberata dal nazifascismo a noi giovani, (si fa per dire per quelli di classe 66), quando eravamo bambini, ci pensavano i nostri nonni. Cosi il ricordo, a parte gli insufficienti e successivi libri di storia, è più riconducibile ad una fiaba raccontata per conciliare il sonno che ad un'occasione di commemorazione da calzare con i vestiti buoni. Decidiamo con la mia famiglia di uscire a pranzo (sono due anni che risparmiamo) e di far giocare i bambini che non fanno mai niente a causa degli orari dei nostri lavori precari, che ci impediscono di essere tutti insieme durante i giorni di festa.  Andiamo all'Expò, meta a portata di tempo e sempre meno di portafoglio, per le famiglie genovesi. Ai magazzini del cotone, dopo un'ora e mezza d'attesa per un posteggio a pagamento, che potrebbe essere interamente pubblico (e magari a tariffa ridotta per i residenti) e che  invece è gestito da una s.p.a a caro prezzo, riesco a posteggiare l'auto e a raggiungere i bambini, scesi con la mamma per evitare l'attesa. Mentre li raggiungo eccomi sul molo ai magazzini del cotone, dove sono ormeggiati gli yacht di lusso. Ma da qui non si vede nulla, neanche il mare del porto della mia città. Hanno eretto una barriera fatta di gazebo chiusi, a difesa della privacy dei poveri armatori osservati, come fossero fenomeni da baracconi per le persone di classe non proprio exclusive. In pochi passi due esempi locali di grande libertà che chi ci governa ignorerà, poiché risiede dall'altra parte di quella barriera. Finalmente siamo seduti a pranzo in una trattoria nei vicoli. Mia figlia Marta, 5 anni e una grande curiosità, attacca bottone con due turisti russi seduti al tavolo accanto. Uno di loro ad un certo punto si alza e ordina due dessert per i miei bimbi. Noi imbarazzati ringraziamo e auguriamo una buona permanenza in Italia. Quel gesto spinto dall'amicizia e dai sorrisi sinceri dei bambini, mi ha fatto però riflettere e vivere un incubo ad occhi aperti proiettandomi in un futuro inquietante. La Russia entrata a voce grossa nel capitalismo imperialista a colpi di energia, domani potrebbe comandarci grazie alla nostra dipendenza energetica dal gas. Saranno loro, se continuiamo cosi, i padroni dei miei figli? Questo, caro presidente è il 25 Aprile delle persone comuni, basta fare due passi per accorgersene. Mentre lo Stato italiano esporta la libertà, con finte missioni di pace che non fanno altro che foraggiare le lobby dei mercanti d'armi, in Italia di libertà ce n'è rimasta ben poca e la si fa se si hanno i soldi. Ma lei caro presidente dalla sua auto blu o non vuole o non può accorgersene. Il mio 25 Aprile non è, e non sarà  mai il suo.   

martedì 22 aprile 2014

Giornata mondiale della Terra

Oggi in tutto il pianeta si ricorda la Terra. La tanto sfruttata, impermeabilizzata, inquinata, cementificata, violentata. Un giorno all'anno si commemora.  Come se questo possa bastare alle nostre coscienze. Una sorta di assoluzione per tutti noi, colpevoli, chi più chi meno di averle mancato di rispetto. Il pensiero che il nostro pianeta sia una risorsa infinita che assorbirà qualsiasi abuso, ha permesso e continua a permettere l'uso di pesticidi e il conseguente inquinamento delle falde acquifere, la costruzione di inceneritori, discariche, le immissioni nocive in aria e in mare, il consumo indiscriminato di suolo. Il tutto in nome di sviluppo e lavoro. E mentre noi, come canta Vasco Rossi "ce ne fottiamo allegramente" i nostri figli faranno i conti con la natura, che non fa sconti a nessuno. 

sabato 19 aprile 2014

In Italia continuano a diminuire gli anni di vita in salute

Tratto dalla rivista on line MD digital

Valerio Gennaro
UO Epidemiologia Clinica, IRCCS - AOU San Martino, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro (IST), Genova
Giovanni Ghirga
Pediatra, Ospedale San Paolo, Civitavecchia (RM)
Laura Corradi
Sociologa, Università della California - Professore in Sociologia della Salute e dell'Ambiente, Università della Calabria


La buona notizia è che in Italia la durata della vita media, dal 2004 al 2012, ha continuato a crescere, come è accaduto costantemente nei decenni precedenti. Il nostro Paese rappresenta così una delle nazioni in cui questo valore è molto alto: a fronte di una media europea che si attesta intorno ai 76.3 e 82 anni, per uomini e donne, in Italia si raggiungono rispettivamente 79.8 e 84.8 anni. Lo rivelano i dati Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione Europea, sulla base di dati relativi a cittadini europei forniti direttamente dai singoli Stati membri http://ec.europa.eu/health/indicators/echi/list/index_en.htm
Accanto a questo dato assolutamente confortante emergono contemporaneamente altre evidenze tutt’altro che rassicuranti per il nostro Paese: dal 2004 al 2012 è calata fortemente l’aspettativa di vita libera da malattia. Questo parametro proviene chiedendo, a un grosso campione rappresentativo dell’intera popolazione, se negli ultimi 6 mesi, a causa di problemi di salute, abbia subito limitazione alle attività quotidiane.
Dal 2004 il continuo peggioramento è stato evidente. Nel 2012 l’aspettativa di vita sana alla nascita è scesa a 62.1 anni negli uomini (era 68.7) e 61.5 nelle donne (era 71). I valori si collocano ora sul valore medio europeo (maschi) o addirittura al di sotto di oltre 1 anno (femmine).
Questa tendenza è condivisa anche da altri Paesi europei, come la Danimarca (la durata della vita sana nei maschi è scesa da 68.3 a 60.6 anni), l’Olanda (da 65.4 nel 2005 a 63.5) e la Bulgaria (da 66.2 nel 2006 a 62.1). La maggior parte degli altri paesi mostra andamenti stabili o in crescita; spiccano, in senso positivo, l’Irlanda (aspettativa di vita sana maschile aumentata da 62.5 a 66.1), il Lussemburgo (da 59.5 a 65.8) e la Svezia (da 62.0 a 70.9).
Dopo i 65 anni in Italia l’aspettativa di vita sana è scesa a 7.8 anni (maschi) e 7.2 anni (femmine), la metà rispetto ai massimi europei e ben al di sotto della media europea, rispettivamente di 9 e 9.3 anni. (figura)

Conseguenze anche per i Mmg
Oltre alle ovvie considerazioni sanitarie e di qualità di vita dei singoli individui, la situazione italiana ha altre immediate implicazioni: una di queste è il fatto che i Mmg, a parità di assistiti rispetto a 10 anni fa, presentano un numero maggiore di soggetti malati, con le naturali conseguenze in termini di quantità e qualità di lavoro e qualità di vita. Un'altra conseguenza è l’aumento della spesa sanitaria, poiché, come visto, a fronte di un aumento dell’aspettativa di vita si è riscontrata una riduzione dell’aspettativa di vita “sana”, come dire che il numero degli anni con disabilità tende molto ad aumentare.
A questo si aggiunge il fatto che un maggior numero di anni vissuti con patologie invalidanti significa maggior sofferenza sociale, maggiori costi e minore produttività, sia per i soggetti in età lavorativa che per i familiari dedicati alla loro assistenza.

Ricercare le cause
È quindi fondamentale ora ricercare le cause di questo fenomeno, per porvi prima possibile un valido rimedio. Vi sono probabilmente responsabilità di vario tipo, politiche, economiche, sociali, ambientali, oltre al fatto che verosimilmente gli ultimi anni di recessione possono aver peggiorato fortemente la situazione. La relazione tra crisi economica e salute pubblica è stata già ben documentata negli anni ‘90 in Russia (Stuckler D et al. Lancet 2009; 374: 315-23; Stuckler D et al. Lancet 2009; 373: 399-407). Ma anche recentemente, sempre su Lancet, sono state documentate le conseguenze dei tagli alla sanità e della politica di austerità instaurata da qualche anno in Grecia (Lancet 2014; 383: 691; Lancet 2014; 383: 691-2; Lancet 2014; 383: 748-53).

Si ringrazia MD digital per la gentile concessione