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venerdì 21 novembre 2014

Per un'altra gestione dei servizi pubblici locali

      AMIU e AMT sono le aziende municipalizzate a maggior rischio.  Fanno parte di una campagna di privatizzazioni che i governi, Letta prima e Renzi ora, hanno lanciato a livello nazionale. Il popolo italiano con il referendum del 2011 aveva però espresso parere contrario riguardo la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Con il patto di stabilità interno che pone vincoli molto stretti ai Comuni i sindaci sono alla continua ricerca di risorse finanziarie e costretti a svendere i nostri servizi. Ma non ci sono altre strade percorribili? Perché è importante lottare per la tutela dei Nostri Beni Comuni? I privati faranno gli interessi della comunità? In una città come Genova, in continuo calo demografico saranno garantiti i servizi ai cittadini? Cerchiamo di capirci qualcosa con i nostri ospiti: Pino Cosentino del Forum dei Beni Comuni, Marco Marsano segretario Or.SA. ing.Mauro Solari esperto ambientale, Enrico Pignone Capogruppo Lista Doria.   

mercoledì 19 novembre 2014

Italia - Albania: la partita persa dagli alluvionati


             
          La partita tra Italia Albania che si è giocata il 18 novembre 2014 allo stadio L.Ferraris è una metafora della situazione in cui versa la nostra povera italia, quella reale. Che l'incasso sarebbe stato devoluto alla riparazione degli impianti sportivi genovesi danneggiati dall'ultima alluvione lo si è appreso qualche giorno prima dell'incontro. A dichiararlo il presidente della FIGC Tavecchio "Il calcio - ha commentato Tavecchio - deve essere sempre sensibile di fronte a drammi che feriscono l'intero Paese. Siamo consci del ruolo sociale che abbiamo e per questo ci offriamo come strumento per la ricostruzione, contribuendo in prima fila al ritorno alla normalità, attraverso un contributo concreto e un sostegno che gli Azzurri e l'intero mondo del calcio sapranno dare alla gente ligure".(fonte gazzetta dello Sport 13/11/14). ...che gioca a calcio aggiungiamo noi! I genovesi non aspettavano altro che tirare due calci ad un pallone nel nuovo impianto ristrutturato. Chi se frega delle case, dei negozi, delle auto perse dai cittadini, l'importante è giocare. Come dire, quando in Italia accadono tragedie come quella di Genova, ma potremmo anche parlare di altri esempi eclatanti, è come se si venisse a creare un incontrollabile desiderio di aiutare la popolazione. Come? Beh perchè non ristrutturare gli impianti sportivi cosi faremo una bella figura! E le cose urgentissime per il Paese? E mentre Genova potrà contare sugli aiuti agli impianti sportivi alluvionati, in Parlamento il job act e la legge elettorale sono le prioprità all'ordine del giorno, nulla sul disssesto idrogeologico o sui finanziamenti per far fronte all'emergenza e tantomeno una seria riforma sul consumo del suolo. Siamo in Italia, il calcio è la prima cosa, poi vengono le persone: prima quelle che contano, poi gli amici di quelle che contano, poi le cose di quelli che contano , poi le cose degli amici di quelli che contano ed infine le persone che non contano...ops sono finiti i soldi.

domenica 16 novembre 2014

Affonda Italia: continua il mal tempo al nord tra esondazioni e allagamenti

Una vittima a Serrariccò (GE) due morti in provincia di Varese danni in Liguria Piemonte e Lombardia 
       
     Nella giornata di ieri 15 novembre 2014 si è abbattuta su Genova, e su quasi tutto il settore nord occidentale della nostra penisola, un'altra perturbazione persistente con precipitazioni che hanno causato allagamenti ed esondazioni ovunque. E' appena trascorso poco più di un mese dall'ultima alluvione e rieccoci qui. I danni sono ingenti, seppur facendo una prima grossolana valutazione sembrano inferiori a quelli di ottobre.  Chi però ieri si è sfortunatamente trovato per la strada durante queste drammatiche ore, si è reso conto più che mai della fragilità del nostro territorio. Autostrade allagate, ferrovie interrotte, fiumi esondati, torrenti "tombati" che pensate, fuoriescono dai tombini, sindaci che avvisano di salire ai piani alti e che consigliano il coprifuoco. Sembrava un bollettino di guerra  al quale, come qualche politico afferma, dovremo abituarci per gli anni che verranno: la tropicalizzazione del Mediterraneo, l'innalzamento delle temperature dovute all'effetto serra. Sono certamente elementi che non possono far altro che peggiorare le nostre previsioni, ma prima del politico di turno, a dircelo furono gli scienziati di tutto il mondo, per molto tempo inascoltati. E mentre il pianeta supera il punto di non ritorno, Genova piange un'altra vittima, un uomo di Serra Riccò che nel tentativo di salvare la sua auto è rimasto travolto dalla furia delle acque.
Per una coincidenza, forse astrale, nello stesso giorno i grandi della terra si incontrano, raggiungendo uno storico e ormai insperato accordo tra Cina e Stati Uniti, per ridurre le emissioni di gas serra e favorire l'introduzione di fonti rinnovabili.  In Italia nel frattempo cosa facciamo? Cordoglio per le vittime, questa è la prima cosa. Ci siamo ormai abituati, potremmo definirlo "bisogno compulsivo di ipocrisia istituzionale". La seconda? Direte voi, stanziare ingenti cifre per il dissesto idrogeologico? Macché, i soldi sono bloccati sui tavoli dei burocrati, e una volta sbloccati, anche qui la storia si ripete da tanto di quel tempo che è quasi scontato ipotizzarne l'epilogo: saranno affidati a società che, a pensar bene, dopo aver ottenuto la commessa faranno lievitare i propri preventivi, e che a pensar male, saranno poi ribloccati da procedimenti penali per le più svariate motivazioni: tangenti, peculato, infiltrazioni mafiose ecc. Risultato? Somme che dovrebbero essere stanziate immediatamente sono invece ferme, inutilizzate. Ci è voluta una mozione in Parlamento proposta del movimento cinque stelle per evitare almeno che i finanziamenti per la mitigazione del rischio idrogeologico rientrino nel patto di stabilità. Ma se parliamo  di politiche economiche, allora dobbiamo aprire un capitolo a parte: il governo Renzi con lo sbocca Italia già tradotto "sfascia Italia" e "trivella Italia" concede alle grandi lobby del petrolio di trivellare le nostre coste utilizzando tecniche ritenute altamente impattanti per i prossimo 30anni. Altro che protocollo di Kyoto. Che dire poi del rilancio della campagna di privatizzazioni. Senza precedenti! Preannunciata dal governo Letta prima e Renzi ora, ha come obbiettivo di attirare capitali e proprietà estere per fare profitto con i Nostri Beni Comuni. Che c'entra il profitto? Oserei dire che il profitto è il problema: quando si parla di oneri di urbanizzazione ad esempio, oppure di carburanti fossili, o ancora di aziende municipalizzate svendute al privato estero che pur di guadagnare ridurrà i servizi pubblici trasformandoli in privati, fregandosene altamente dei bisogni di quel territorio, con il quale non ha nulla da spartire. Il tutto giustificato dalla continua e irresponsabile ricerca di risorse finanziarie. Il profitto è la principale causa dei nostri mali.  Ciò che sempre più spesso accade dimostra ciò che pur dandolo per scontato dimentichiamo: la natura non fa condoni a nessuno.
Parliamo infine della mitigazione del rischio idrogeologico, in Italia inesistente. Solo per fare un esempio, in una qualsiasi città italiana a rischio (tutte), la segnaletica verticale che si può notare in una zona esondabile contiene le seguenti informazioni "area allagabile" e un punto esclamativo! Confrontatela con quella di qualsiasi area di parcheggio a pagamento e tirate voi le conclusioni.  
C'è insomma l'urgente necessità di cambiare paradigma e rimettere l'uomo al centro dell'Universo escludendo il profitto dalle politiche nazionali, comunitarie e planetarie, perché nel terzo millennio un uomo non può morire per salvare la propria auto. 

martedì 11 novembre 2014

Addio alla spiaggia di Genova Pegli: arriva la diga per le mega navi


                                     
                         Il COMITATO CITTADINO IN DIFESA DEL LITORALE DI PONENTE è nato nel dicembre 2013 al fine di ottenere dalle pubbliche autorità la tutela della volontà dei cittadini in relazione alle scelte di carattere pubblico in capo al territorio del ponente Genovese. A questo scopo gli organizzatori si sono dichiarati intenzionati a promuovere ogni iniziativa utile e necessaria volta a tutelare il territorio e la qualità della vita dei cittadini in particolare agendo attraverso campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di tutti gli Organi Istituzionali.
Lo scopo principale che ha portato alla nascita del Comitato è stato quello di tentare di fermare un’ipotesi di sviluppo del Porto di Prà-Voltri che avrebbe definitivamente compromesso l’affaccio a mare e la fruibilità delle spiagge pegliesi.
In data 22 maggio 2014 le oltre cinquemila firme raccolte in poco più di tre mesi per manifestare la contrarietà della cittadinanza ai progetti di avanzamento del Porto verso Levante (Prolungamento e apertura della diga foranea) sono state consegnate da un gruppo di rappresentanti della delegazione al Sindaco Marco Doria.
L’incontro, avvenuto presso gli uffici di Palazzo Tursi, è stato l’occasione per sottolineare la volontà dei cittadini di essere coinvolti nelle decisioni che riguardano il loro territorio.
In attesa di conoscere gli sviluppi legati a questa vicenda e già parallelamente alla raccolta firme il Comitato si è adoperato mettendo in atto diverse iniziative di volontariato sul territorio pegliese nel tentativo di valorizzarlo e di combattere il degrado che incombe sempre più in seguito all’inciviltà di chi lo abita ed alla scarsa manutenzione.
Adesso, dopo ad un anno dalla sua nascita, il Comitato Cittadino in Difesa del Litorale di Ponente vorrebbe prendere una direzione in modo da ottimizzare le risorse e convogliare gli entusiasmi in maniera costruttiva dando un senso alla sua esistenza e facendosi riconoscere per qualcosa di concreto e riconoscibile.
L’attenzione non può che essere rivolta al litorale e quindi alle spiagge sempre più bisognose di pulizie periodiche e di piccoli interventi di manutenzione.
Il Comitato si impegna pertanto ad organizzare con cadenza bimestrale/trimestrale, sulla base delle esigenze e degli eventi naturali (mareggiate), la pulizia di tutte le spiagge attraverso l’impiego dei suoi volontari e simpatizzanti.
Non si esclude ovviamente la possibilità di organizzare iniziative, anche in accordo con CIV e Associazioni locali, legate ad altre zone del territorio pegliese qualora si manifestasse l’esigenza o la volontà da parte dei cittadini aderenti.