I titoli dei giornali di
questi giorni hanno tutti un unico obiettivo: colpire a fondo il
movimento cinque stelle. Affermare che il risultato elettorale alle
amministrative è un flop senza precedenti per il M5S e che esso
evidenzia l'incapacità di proporre un disegno politico che vada
oltre la protesta è mistificare la realtà. “E' colpa dei
dilettanti allo sbaraglio” cosi come definiti dai “giornalai”
gli esponenti del M5S. Per cominciare sarebbe cortese da parte loro
cominciarli a chiamare, non dico tanto, cittadini, rispettando chi
come il sottoscritto li ha votati. Vorrei vedere se apostrofassero
così un onorevole di qualsiasi altro schieramento cosa accadrebbe! E
poi il flop non esiste. In molti dei comuni in cui si sono svolte le
elezioni infatti prima il M5S non esisteva neppure, casomai il voto
evidenzia un dato colpevolmente omesso: al confronto con il passato
in molti comuni il movimento cinque stelle si è affermato con suoi
rappresentanti che prima non aveva. La realtà, se si leggono i dati
senza strumentalizzarli, è che viene a galla uno scenario
assolutamente inedito. Il M5S pur non avendo figure di forte
personalità in molti dei comuni in cui si è presentato è in
crescita. Si potrebbe perfino affermare che ha raggiunto i suoi
obbiettivi. Per ogni poltrona ora occupata degli esponenti del
movimento ce n'è una in meno occupata dai vecchi partiti. Esattamente
ciò che era ed è negli obiettivi del M5S “mandarli tutti a casa”.
Molti editoriali di famose testate aprono con l'analisi del voto
dichiarando fallito il progetto di Grillo e Casaleggio e che il voto
di protesta rappresentato dal M5S si sia spostato verso l'astensione
perché chi prima aveva votato M5S ora si è sentito tradito e non lo
ha rivotato, niente di più falso e fazioso, come si fa ad
affermarlo. Tradizionalmente nel nostro paese il voto alle
amministrative non rispecchia sempre lo schieramento nazionale,
perché legato maggiormente al profilo del candidato e non alla sua
appartenenza, tuttavia si è preferito approfittare della ghiotta
occasione per affondare ancora una volta il colpo “basso” e
screditare un risultato che pur non essendo della portata del
precedente è pur sempre l'affermazione di una forza politica nuova
con tendenza percentuale in crescita, altro che flop.
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