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lunedì 19 gennaio 2015

Grandi opere / gronda: oltre ogni ragionevole dubbio



La gronda, un'opera pericolosa per la salute dei cittadini; 5 milioni di metri cubi di smarino che potrebbero contenere materiale amiantifero. Per non parlare del  dissesto idrogeologico derivante dalla tombinatura dei rii presenti sul percorso e delle  conseguenze di un'impermeabilizzazione del suolo, a Genova inarrestabile contro ogni più elementare logica....leggi su www.genovirus.it

lunedì 12 gennaio 2015

Convegno sul dissesto idrogeologico “Il territorio come Bene Comune” il grande successo dei cittadini attivi l'ennesimo fallimento delle istituzioni assenti

     Un ringraziamento agli Amici di Ponte Carrega a nome nostro e di tutta la cittadinanza, per il convegno sul dissesto idrogeologico “Il Territorio come Bene Comune” che anche quest'anno è stato un successo per l'affluenza del pubblico, o meglio dire dei cittadini che hanno voglia di conoscenza. Il pubblico, ovvero le istituzioni, hanno invece disertato l'incontro. Prendiamo atto che il sindaco Marco Doria e gli assessori Garotta e Crivello che erano stati invitati, evidentemente non ritengono le informazioni diffuse in quest'occasione, di rilevante interesse per le istituzioni. Io, da semplice cittadino, ho imparato molto da questo convegno e ho deciso insieme all'aiuto di Guido Lattanzio, tecnico dalle mani d'oro, di contribuire gratuitamente con le nostre competenze alla massima diffusione di questo evento. Speriamo che le istituzioni lo guardino almeno dallo schermo del loro computer, sono convinto che insegnerà molte cose, perfino a loro. La prima cosa che dovrebbero imparare, viene proprio dal titolo del convegno: “Il Territorio come Bene Comune”: la cosa pubblica non è la gestione di interessi pubblici a favore di soggetti privati, né il semplice conto della serva! Ci sono cose che non hanno prezzo, come la sicurezza dei cittadini esposti al rischio idrogeologico. Non si può risparmiare sulla vita delle persone, né permettere nuove cementificazioni in aree a rischio e poi vendere alla cittadinanza opere come se fossero la salvezza dell'intera umanità, non è coerente e puzza come il pesce marcio. Il valore della conoscenza, della condivisione, della cittadinanza attiva e della democrazia partecipata, sono altri insegnamenti di estremo valore: se tutti ci adoperassimo per spalare il fango anche quando l'emergenza è finita, potremmo evitare che la nostra memoria venga cancellata ogni maledetta volta, da notizie che ci vengono vendute in buona, e meno buona fede, dai media tradizionali. La rete ci insegna tante cose sbagliate, ma anche se esistesse un solo aspetto positivo della rete (e così non è), è proprio questo: la sua "memoria". Noi a questo progetto di spalare il fango tutto l'anno, aderiamo e aderiremo sempre, perché lo riteniamo un dovere civico. Dal momento in cui gli strumenti a disposizione di tutti oggi esistono, fare rete nella rete è, e dovrebbe essere un obiettivo di ogni "cittadino consapevole". Il convegno ha toccato temi come la resilienza, il governo del rischio, le opere, le tecnologiche a disposizione per contrastare le alluvioni, tutti argomenti di inestimabile valore. La buona notizia ce la conferma il prof. Rosso che assicurato dall'assessore Garotta incontrata al convegno in incognito, annuncia: “lo scolmatore del Bisagno si farà”. Speriamo, aggiungo io, che sia fatto a regola d'arte, non al risparmio, come nel caso del mini-scolmatore del Fereggiano. E dal momento che siamo già in campagna elettorale, io farò come San Tommaso, che non ci credeva se non ci metteva il naso. Troppe volte abbiamo creduto a promesse in campagna elettorale che poi ad elezioni avvenute sono state puntualmente disattese. La mitigazione del rischio e gli investimenti per contrastare il dissesto idrogeologico, citando il prof. Menduni presente al convegno dell'anno scorso, dal nome “dissesto idrogeologico: un'opportunità per la città” non danno consenso! Il politico non vuole investire in qualcosa che se funziona non si vede. Meglio le opere che danno visibilità, nelle quali si può tagliare il nastro. Ebbene oggi forse, vista la particolare situazione genovese e ligure, potrebbe verificarsi l'eccezione a questa regola, vista la rabbia dei cittadini dopo le alluvioni. Ma attenzione, noi che siamo cittadini, vigileremo affinché le opere che verranno approvate, non siano avviate al solo fine di recuperare elettorato, per poi magari essere bloccate per la loro pericolosità. Vogliamo che esse siano solo ed esclusivamente opere per il "Bene Comune", e l'assenza delle istituzioni al convegno, non fa che rafforzare il mio sospetto. Mi auguro per tutti noi e soprattutto per i nostri figli e nipoti che ciò non accada. A parte tutto, sfoghi compresi, grazie agli Amici di Ponte Carrega, amici della città tutta.  

venerdì 9 gennaio 2015

Dissesto idrogeologico: a Palazzo Ducale il convegno "IL TERRITORIO COME BENE COMUNE

Ci stiamo avvicinando ad un importante evento per la città di Genova e per tutti i territori colpiti dalle devastanti alluvioni di questi anni. No, non vi stiamo parlando di una partita di calcio organizzata per la raccolta di fondi da destinare agli impianti sportivi alluvionati, bensì di una seria iniziativa. Gli Amici di Ponte Carrega con il patrocinio di innumerevoli associazioni, comitati e fondazioni, anche quest'anno organizzano questo incontro con la cittadinanza per diffondere la conoscenza e la consapevolezza del problema, primo passo culturale per la mitigazione del rischio e la salvaguardia delle vite umane. Ciò che troppo spesso non viene diffuso o che manca totalmente all'interno delle istituzioni: la cultura del rischio idrogeologico. Basti pensare alle recenti decisioni di una dirigente regionale, che pochi giorni dopo l'alluvione del 9 ottobre 2014, aveva finalmente deciso di non far più cementificare in un area a rischio, e veniva  subito trasferita all'ufficio, forse creato appositamente per lei, che si occupa della salute e dell'alimentazione degli animali domestici. Forse, crediamo noi, non è solo una questione di assenza di cultura istituzionale, ma anche e soprattutto di profitto, di intrecci tra politica e affari, di convenienze e sponsorizzazioni politiche. Questo sistema, marcio fino al midollo, ha prodotto i più grandi scempi della storia di questi ultimi 40 anni, e le più assurde decisioni contro ogni logica e più elementare regola del Bene Comune. Vorrei citare alcuni episodi di cronaca, di cui non dobbiamo perdere memoria. La più recente vicenda è quella relativa al pagamento delle tasse degli alluvionati sotto Natale, il cui slittamento di sei mesi sarebbe costato al Comune appena 64.000 euro di interessi legali. Una cifra che inciderebbe sui bilanci di Palazzo Tursi dello 0,qualcosina per cento, come sottolineano i consiglieri comunali del M5S, autori dell'emendamento. Il Comune invece decide di prorogare i pagamenti solo fino a febbraio, bocciando la proposta. E pensare che non si trattava di non pagare le tasse, ma solo di dare un po' di respiro a chi è in ginocchio! Oppure citiamo l'errata procedura della Regione Liguria per la richiesta di "stato di emergenza", che ha impedito fino ad ora che Genova fosse aiutata economicamente dallo Stato. Si può parlare di assenza di cultura? Oppure meglio dire incompetenza e disorganizzazione criminale, lascio a voi giudicare. Quello che oggi possiamo però dirvi di positivo in tutta questa storia italiana è che cittadini attivi come gli "Amici di Ponte Carrega", tristemente alla ribalta anche su tv e giornali nazionali per le loro lodevoli iniziative, oggi lanciano per l'ennesima volta questo importante appuntamento che l'anno scorso ha avuto un enorme seguito da parte della cittadinanza. Lo chiamarono “Dissesto idrogeologico: un'opportunità per la città”; non colta purtroppo, aggiungiamo noi. Quest'anno si chiamerà “Il territorio come Bene Comune” “Spalare il fango tutto l'anno”. Ci sembrano questi importantissimi messaggi rivolti a chi, da una parte, dovrebbe ricordarsi che non sta amministrando un qualcosa che appartiene a pochi e nell'interesse di pochi, e dall'altra a chi si rimbocca le maniche ogni maledetta alluvione, per salvare il salvabile. Occorre quindi che anche ad emergenza cessata, ci si attivi per vigilare affinché le istituzioni compiano il loro dovere, facendogli sentire il fiato sul collo. Solo così associazioni come “Amici di Ponte Carrega” forse un giorno non avranno più bisogno di esistere! A maggior ragione, se ciò accadesse, significherebbe che la loro funzione di cittadini attivi  si sarebbe compiuta con successo e quantomeno "chi doveva fare cosa" ha fatto il possibile! Purtroppo per ora almeno, non è cosi! Ed è per questo che oggi è importante esserci, seguire partecipando attivamente a queste iniziative, per diffondere le preziose informazioni che cittadini come noi danno ad altri cittadini, per risvegliare il nostro prossimo da questo torpore e immobilismo che dalle istituzioni colpevoli si diffonde ai cittadini innocenti. 
Non mancate a questo importantissimo evento Domenica 11 Gennaio 2014 a partire dalle 09:30 anche in diretta streaming su www.genovirus.it