Translate

domenica 16 novembre 2014

Affonda Italia: continua il mal tempo al nord tra esondazioni e allagamenti

Una vittima a Serrariccò (GE) due morti in provincia di Varese danni in Liguria Piemonte e Lombardia 
       
     Nella giornata di ieri 15 novembre 2014 si è abbattuta su Genova, e su quasi tutto il settore nord occidentale della nostra penisola, un'altra perturbazione persistente con precipitazioni che hanno causato allagamenti ed esondazioni ovunque. E' appena trascorso poco più di un mese dall'ultima alluvione e rieccoci qui. I danni sono ingenti, seppur facendo una prima grossolana valutazione sembrano inferiori a quelli di ottobre.  Chi però ieri si è sfortunatamente trovato per la strada durante queste drammatiche ore, si è reso conto più che mai della fragilità del nostro territorio. Autostrade allagate, ferrovie interrotte, fiumi esondati, torrenti "tombati" che pensate, fuoriescono dai tombini, sindaci che avvisano di salire ai piani alti e che consigliano il coprifuoco. Sembrava un bollettino di guerra  al quale, come qualche politico afferma, dovremo abituarci per gli anni che verranno: la tropicalizzazione del Mediterraneo, l'innalzamento delle temperature dovute all'effetto serra. Sono certamente elementi che non possono far altro che peggiorare le nostre previsioni, ma prima del politico di turno, a dircelo furono gli scienziati di tutto il mondo, per molto tempo inascoltati. E mentre il pianeta supera il punto di non ritorno, Genova piange un'altra vittima, un uomo di Serra Riccò che nel tentativo di salvare la sua auto è rimasto travolto dalla furia delle acque.
Per una coincidenza, forse astrale, nello stesso giorno i grandi della terra si incontrano, raggiungendo uno storico e ormai insperato accordo tra Cina e Stati Uniti, per ridurre le emissioni di gas serra e favorire l'introduzione di fonti rinnovabili.  In Italia nel frattempo cosa facciamo? Cordoglio per le vittime, questa è la prima cosa. Ci siamo ormai abituati, potremmo definirlo "bisogno compulsivo di ipocrisia istituzionale". La seconda? Direte voi, stanziare ingenti cifre per il dissesto idrogeologico? Macché, i soldi sono bloccati sui tavoli dei burocrati, e una volta sbloccati, anche qui la storia si ripete da tanto di quel tempo che è quasi scontato ipotizzarne l'epilogo: saranno affidati a società che, a pensar bene, dopo aver ottenuto la commessa faranno lievitare i propri preventivi, e che a pensar male, saranno poi ribloccati da procedimenti penali per le più svariate motivazioni: tangenti, peculato, infiltrazioni mafiose ecc. Risultato? Somme che dovrebbero essere stanziate immediatamente sono invece ferme, inutilizzate. Ci è voluta una mozione in Parlamento proposta del movimento cinque stelle per evitare almeno che i finanziamenti per la mitigazione del rischio idrogeologico rientrino nel patto di stabilità. Ma se parliamo  di politiche economiche, allora dobbiamo aprire un capitolo a parte: il governo Renzi con lo sbocca Italia già tradotto "sfascia Italia" e "trivella Italia" concede alle grandi lobby del petrolio di trivellare le nostre coste utilizzando tecniche ritenute altamente impattanti per i prossimo 30anni. Altro che protocollo di Kyoto. Che dire poi del rilancio della campagna di privatizzazioni. Senza precedenti! Preannunciata dal governo Letta prima e Renzi ora, ha come obbiettivo di attirare capitali e proprietà estere per fare profitto con i Nostri Beni Comuni. Che c'entra il profitto? Oserei dire che il profitto è il problema: quando si parla di oneri di urbanizzazione ad esempio, oppure di carburanti fossili, o ancora di aziende municipalizzate svendute al privato estero che pur di guadagnare ridurrà i servizi pubblici trasformandoli in privati, fregandosene altamente dei bisogni di quel territorio, con il quale non ha nulla da spartire. Il tutto giustificato dalla continua e irresponsabile ricerca di risorse finanziarie. Il profitto è la principale causa dei nostri mali.  Ciò che sempre più spesso accade dimostra ciò che pur dandolo per scontato dimentichiamo: la natura non fa condoni a nessuno.
Parliamo infine della mitigazione del rischio idrogeologico, in Italia inesistente. Solo per fare un esempio, in una qualsiasi città italiana a rischio (tutte), la segnaletica verticale che si può notare in una zona esondabile contiene le seguenti informazioni "area allagabile" e un punto esclamativo! Confrontatela con quella di qualsiasi area di parcheggio a pagamento e tirate voi le conclusioni.  
C'è insomma l'urgente necessità di cambiare paradigma e rimettere l'uomo al centro dell'Universo escludendo il profitto dalle politiche nazionali, comunitarie e planetarie, perché nel terzo millennio un uomo non può morire per salvare la propria auto. 

Nessun commento:

Posta un commento