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lunedì 12 gennaio 2015

Convegno sul dissesto idrogeologico “Il territorio come Bene Comune” il grande successo dei cittadini attivi l'ennesimo fallimento delle istituzioni assenti

     Un ringraziamento agli Amici di Ponte Carrega a nome nostro e di tutta la cittadinanza, per il convegno sul dissesto idrogeologico “Il Territorio come Bene Comune” che anche quest'anno è stato un successo per l'affluenza del pubblico, o meglio dire dei cittadini che hanno voglia di conoscenza. Il pubblico, ovvero le istituzioni, hanno invece disertato l'incontro. Prendiamo atto che il sindaco Marco Doria e gli assessori Garotta e Crivello che erano stati invitati, evidentemente non ritengono le informazioni diffuse in quest'occasione, di rilevante interesse per le istituzioni. Io, da semplice cittadino, ho imparato molto da questo convegno e ho deciso insieme all'aiuto di Guido Lattanzio, tecnico dalle mani d'oro, di contribuire gratuitamente con le nostre competenze alla massima diffusione di questo evento. Speriamo che le istituzioni lo guardino almeno dallo schermo del loro computer, sono convinto che insegnerà molte cose, perfino a loro. La prima cosa che dovrebbero imparare, viene proprio dal titolo del convegno: “Il Territorio come Bene Comune”: la cosa pubblica non è la gestione di interessi pubblici a favore di soggetti privati, né il semplice conto della serva! Ci sono cose che non hanno prezzo, come la sicurezza dei cittadini esposti al rischio idrogeologico. Non si può risparmiare sulla vita delle persone, né permettere nuove cementificazioni in aree a rischio e poi vendere alla cittadinanza opere come se fossero la salvezza dell'intera umanità, non è coerente e puzza come il pesce marcio. Il valore della conoscenza, della condivisione, della cittadinanza attiva e della democrazia partecipata, sono altri insegnamenti di estremo valore: se tutti ci adoperassimo per spalare il fango anche quando l'emergenza è finita, potremmo evitare che la nostra memoria venga cancellata ogni maledetta volta, da notizie che ci vengono vendute in buona, e meno buona fede, dai media tradizionali. La rete ci insegna tante cose sbagliate, ma anche se esistesse un solo aspetto positivo della rete (e così non è), è proprio questo: la sua "memoria". Noi a questo progetto di spalare il fango tutto l'anno, aderiamo e aderiremo sempre, perché lo riteniamo un dovere civico. Dal momento in cui gli strumenti a disposizione di tutti oggi esistono, fare rete nella rete è, e dovrebbe essere un obiettivo di ogni "cittadino consapevole". Il convegno ha toccato temi come la resilienza, il governo del rischio, le opere, le tecnologiche a disposizione per contrastare le alluvioni, tutti argomenti di inestimabile valore. La buona notizia ce la conferma il prof. Rosso che assicurato dall'assessore Garotta incontrata al convegno in incognito, annuncia: “lo scolmatore del Bisagno si farà”. Speriamo, aggiungo io, che sia fatto a regola d'arte, non al risparmio, come nel caso del mini-scolmatore del Fereggiano. E dal momento che siamo già in campagna elettorale, io farò come San Tommaso, che non ci credeva se non ci metteva il naso. Troppe volte abbiamo creduto a promesse in campagna elettorale che poi ad elezioni avvenute sono state puntualmente disattese. La mitigazione del rischio e gli investimenti per contrastare il dissesto idrogeologico, citando il prof. Menduni presente al convegno dell'anno scorso, dal nome “dissesto idrogeologico: un'opportunità per la città” non danno consenso! Il politico non vuole investire in qualcosa che se funziona non si vede. Meglio le opere che danno visibilità, nelle quali si può tagliare il nastro. Ebbene oggi forse, vista la particolare situazione genovese e ligure, potrebbe verificarsi l'eccezione a questa regola, vista la rabbia dei cittadini dopo le alluvioni. Ma attenzione, noi che siamo cittadini, vigileremo affinché le opere che verranno approvate, non siano avviate al solo fine di recuperare elettorato, per poi magari essere bloccate per la loro pericolosità. Vogliamo che esse siano solo ed esclusivamente opere per il "Bene Comune", e l'assenza delle istituzioni al convegno, non fa che rafforzare il mio sospetto. Mi auguro per tutti noi e soprattutto per i nostri figli e nipoti che ciò non accada. A parte tutto, sfoghi compresi, grazie agli Amici di Ponte Carrega, amici della città tutta.  

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