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venerdì 1 novembre 2013

Privatizzazioni: da un cittadino padre di famiglia al primo cittadino di Genova

Caro Sindaco,
perché quando lei parla di privatizzare le aziende pubbliche locali e di svenderle ai privati, non cita mai nella sua dichiarazione la parola “privatizzazioni”? Eppure è di questo che stiamo parlando. Forse perché non è stato ancora coniato un termine per nascondere ai cittadini il vero significato di questa azione di governo? Certo non è un suo compito. A questo penseranno abilmente gli organi istituzionali nazionali, che sono sicuro presto troveranno le giuste parole per mistificare le reali direzioni di governo. In questo si sono sempre dimostrati professionisti; specie quando prendendo decisioni, cambiando virgole, sostituendo termini scomodi, hanno legiferato leggi, che nel loro enunciato nascondono sempre qualcosa.

   La tutela dei poteri forti, delle lobby, talvolta di amici e parenti, non hanno fatto altro che indebolire i diritti e gli spazi democratici dei cittadini. D'altronde, quand'anche la Comunità Europea indica, nella “road map” necessaria all'Italia per uscire dalla crisi, l'urgente bisogno di “revisione del risultato referendario”, cosa c'è da aspettarsi? Il referendum del 2011 ha affermato che non si possono privatizzare i servizi pubblici locali ed è questo che lei con la sua giunta di “sinistra” vuole attuare. Sinistra o meglio dire più  che "sinistra", "mancina", come i tiri che le sue azioni provocheranno ai cittadini. Lei come primo cittadino dovrebbe tutelare i diritti dei suoi cittadini e non attuare politiche sovversive del risultato referendario. E' questo che i miei figli si aspettano da lei, e a cui anche lei se ha figli, dovrebbe pensare se tiene al loro futuro, o li farà emigrare? Faccia un passo indietro, trasformi le S.p.A. in aziende speciali. Questo è ciò che il buon senso imporrebbe, che la maggioranza degli cittadini italiani chiedono, se viviamo ancora in una Repubblica democratica.

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