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venerdì 21 giugno 2013

Ieri la Terra, oggi l'Acqua, domani... l'Aria?

 Ecco come viene rispettata la volontà popolare degli italiani

          Pochi sanno che nel 2003 (durante l'amministrazione del Sindaco Pericu) si è compiuta l'ennesima (s)vendita di un bene pubblico vitale, l'acqua. L' AMGA, l'allora azienda municipale dell'acqua e del gas di Genova, si fuse con la AEM di Torino costituendo IRIDE poi diventata Gruppo IREN s.p.a. La società, consuetudine per le grandi holding, venne frammentata in diversi rami sempre facenti parte del gruppo. Oggi IREN è in serie difficoltà finanziarie ed il Comune di Torino ha già proposto di modificare la norma statutaria che fissa la quota azionaria a compartecipazione pubblica al 51%. La sua prospettata riduzione significherebbe la perdita della maggioranza dell'azionariato e conseguente introduzione di soggetti privati, come multinazionali straniere, con elevato potere decisionale sulle strategie dell'azienda, che verosimilmente agirebbero secondo esclusive logiche di profitto.
       Attualmente il prezzo dell'acqua viene stabilito attraverso un complesso sistema di calcolo: AATA un organismo che riunisce tutti i Comuni a compartecipazione e quelli interessati dal bacino d'utenza, a garanzia del rispetto degli interessi dei cittadini, fissa la remunerazione del capitale investito (tasso remunerazione) al 7%, ma la componente politica di tale organismo condiziona fortemente le decisioni prese.
            Questi scenari attuali e futuri disattendono il principio espresso dal referendum del 2011: l'acqua è un bene pubblico e non può costituire profitto. Immaginate a quali prospettive di vita dovranno abituarsi le generazioni future? Se non hai soldi non bevi!

      Domenica 30 giugno alla diga del Brugneto i cittadini, le associazioni e i comitati delle province di Genova, Piacenza e della Val trebbia si incontreranno per riaffermare con forza che l'acqua è un bene comune, non una merce.  


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